Il 27 luglio di cento anni fa, Vito Rinaldi, giovane socialista povigliese moriva ad Ancona a causa delle tante aggressioni subite dalle squadre fasciste. La sua fine non fu che l’epilogo di una lunga persecuzione iniziata a Poviglio, sin dai primi mesi del 1921, quando lo squadrismo fascista aggredì la provincia di Reggio Emilia prendendo di mira gli avversari politici.
A cento anni dalla morte di Vito Rinaldi, Istoreco e il Comune di Poviglio annunciano l’avvio di una ricerca nell’ambito del progetto “Buco Nero: la violenza squadrista in provincia di Reggio Emilia, 1920-1925”. Lo scopo è quello di ricostruire il vero e proprio assalto dello squadrismo fascista reggiano nei confronti di partiti e organizzazioni, uomini, donne e idee. Un attacco lanciato tra il 1920 e il 1921, grazie all’appoggio politico ed economico di diverse forze sociali del territorio, come gli agrari, che si concretizzò con devastazioni di cooperative e case del popolo, assassinii di militanti socialisti, comunisti, cattolici, anarchici sino alle minacce e alle occupazioni armate dei municipi che portarono alle dimissioni delle amministrazioni. Un esercizio della violenza precisa, consapevole e organizzata militarmente che, anche a Poviglio, rappresentò uno dei principali mezzi che spianò la strada verso il potere a Mussolini e alle camicie nere.
Pratiche che non terminarono con la salita al potere di Benito Mussolini ma che invece, con il governo fascista, fecero un vero e proprio salto di qualità. La morte di Rinaldi, infatti, avvenne in un contesto preciso, che solo nella provincia di Reggio Emilia costò la vita, tra agguati fascisti e persecuzioni delle camicie nere, ad altre sette persone.
Rinaldi, infatti, a soli vent’anni era il segretario del Circolo Giovanile Socialista del paese, una delle figure di riferimento per il socialismo locale, soprattutto fra i coetanei. A causa della sua attività politica venne preso di mira dai fascisti di Poviglio, guidati da Antonio Bigliardi, che avviarono una costante e precisa persecuzione nei suoi confronti. Prima attraverso minacce e poi con agguati a colpi di bastone, che compromisero gravemente la sua salute. Nei primi mesi del 1923 venne chiamato alle armi, considerato idoneo, e assegnato al 93° Reggimento di fanteria con sede ad Ancona. Ricoverato nell’estate 1923 all’Ospedale militare del capoluogo marchigiano, vi morì il 27 luglio, a soli vent’anni, lontano da casa.
Per ricordarlo, arriva ora la ricerca voluta dal Comune di Poviglio e da Istoreco, a cento anni dal primo anno di governo Mussolini e dall’inizio di un percorso che portò progressivamente il nostro Paese verso la dittatura fascista, il pensiero unico, le leggi razziste, alla guerra, alle stragi e alle deportazioni. La ricerca su Vito Rinaldi e le origini del fascismo a Poviglio verrà presentata il 16 ottobre 2023 a Poviglio, anniversario della nascita di Rinaldi.
Comune di Poviglio
ISTORECO