La “Bianca” di Poviglio esiste ancora

Ottenuto dalla vinificazione in purezza di uve bianche di vecchi vitigni autoctoni del comune di Poviglio, la Bianca di Poviglio, è stata presentata ufficialmente nel corso di un convegno svolto nei giorni scorsi presso il Centro culturale povigliese, al termine del quale è stato anche offerto un assaggio di questo vino particolare, vinificato dalla Cantina Sociale di Poviglio.

Per i curiosi e gli appassionati le 6500 bottiglie, le uniche disponibili, sono in vendita presso il Conad di Poviglio al prezzo di 3 euro la bottiglia.
Si tratta di un bianco dallo spiccato aroma fruttato che, per essere gustato al meglio, va aperto e lasciato riposare affinché assuma il caratteristico colore giallo paglierino e l’intenso sapore che ben si accompagna con il dolce ed il salato.

Il Convegno ha fatto il punto del progetto di ricerca “I vecchi vitigni reggiani, come esempio di valore storico, tradizione e conservazione della biodiversità, riordino e potenziamento del germoplasma”; una ricerca che gode del patrocinio dell’ Amministrazione Provinciale di quella dell’ Amministrazione Comunale di Poviglio e della collaborazione dell’ Istituto Agrario Zanelli e che punta alla valorizzazione dei vitigni come quello della uva bianca di Poviglio proveniente da un Trebbiano toscano .

Non si tratta tanto, vista la quantità limitatissima, di una operazione commerciale, quanto di un recupero e di una valorizzazione di vecchi vitigni autoctoni, come hanno sottolineato i diversi relatori: il prof. Rolando Valli, presidente della Società Agraria reggiana, professori dello Istituto Agrario Zanelli Ester Caffarri ed Aldo Rinaldi, titolari del progetto di ricerca ed il sindaco di Poviglio Stefano Carpi che assieme all’ assessore all’ agricoltura provinciale Marco Prandi hanno tenuto a battesimo il debutto o meglio la ricomparsa di questo particolare vino che i “vecchi povigliesi” ancora ricordano come quello da consumarsi nelle ricorrenze particolari.